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«Il nostro razzo a 950 km/h»

Francesco Ameglio*
«Il nostro razzo a 950 km/h»

Il 21enne reggiano Federico Mariani con il team del Politecnico di cui ha parte nel 2024 ha vinto l’EuRoC, competizione di lancio di razzi indetta dall’Agenzia spaziale portoghese che vede sfidarsi squadre universitarie di diversi Paesi europei

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Federico Mariani, 21enne reggiano ex studente del liceo scientifico ad opzione Scienze applicate “Antonio Zanelli”, studia al Politecnico di Milano, dove sta inseguendo la sua passione per lo spazio. Da qualche tempo fa parte dell’associazione universitaria Skyward che si occupa della progettazione, costruzione e lancio di razzi sonda ovvero che portano una strumentazione destinata ad effettuare studi ed esperimenti scientifici durante un volo suborbitale. Nel 2024 partecipando all’EuRoC (European Rocketry Challenge), competizione di lancio di razzi indetta dall’Agenzia spaziale portoghese che vede sfidarsi team universitari europei, hanno trionfato per la seconda volta.

Federico, da chi vengono progettati i razzi? Puoi spiegarci anche da quali elementi sono composti?

«Vengono progettati da Skyward Experimental Rocketry, l’associazione studentesca del Politecnico di Milano, in cui sono entrato, che si occupa di design, costruzione e assemblaggio di razzi sonda. I materiali utilizzati sono principalmente alluminio, fibra di carbonio e fibra di vetro. Il razzo a cui abbiamo lavorato è lungo quattro metri e raggiunge una velocità di circa 950 km/h».

Quanto tempo richiede la realizzazione di un razzo? Insomma, quanto ci mettete?

«In associazione si realizzano due razzi ogni anno. Il primo razzo è per testare il progetto: viene lanciato a Roccaraso, in Abruzzo, e da questo riusciamo ad ottenere dati sperimentali del comportamento dei vari sottosistemi. Il secondo viene lanciato nella competizione EuRoC (European Rocketry Challenge) indetta dall’Agenzia spaziale portoghese nel 2020, in cui ogni anno si sfidano le migliori università d’Europa, riunendo team da vari paesi europei nella regione dell’Alentejo. Nel 2024 ci siamo confermati campioni per la seconda volta nella nostra storia vincendo la competizione».

In che cosa consiste questa competizione e come funziona?

«In questa competizione ci sono diverse categorie e noi rientriamo in quella del 3 km ibrido: l’obbiettivo è raggiungere con il razzo un apogeo di 3000 metri. La propulsione del razzo è garantita da un motore ibrido in cui una parte di propellente è solida e l’altra è liquida».

Come scegliete il nome dei razzi?

«I razzi prendono il nome dalle costellazioni e ogni anno ne scegliamo una nuova».

Come è nata la tua passione per lo spazio?

«È nata quando da bambino guardavo gli astri col mio telescopio».

Come mai hai scelto Milano come città per studiare e realizzare il tuo sogno?

«Perché è una delle poche città che offre un corso universitario in ingegneria aerospaziale. Per questo mi sono trasferito qui, da grande vorrei diventare un progettista di motori velivoli spaziali».l

*Studente dell’istituto Nobili di Reggio Emilia