Gazzetta di Reggio

Reggio

Scuola 2030

Usare i droni per rilievi topografici: allo Zanelli il corso per pilotarli

Giacomo Bettetini, Giulia Borelli, Matteo Floris e Giorgia Francia*
Usare i droni per rilievi topografici: allo Zanelli il corso per pilotarli

La professoressa Lorenzelli: «Così vogliamo preparare gli studenti al mondo del lavoro»

4 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Nel cuore del nuovo istituto “A. Zanelli”, sede di via Makallé, qualcosa di straordinario sta prendendo forma. Grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la scuola ha intrapreso un ambizioso progetto che integra l’uso dei droni nella didattica. A raccontarci questa rivoluzione educativa è la professoressa Laura Lisa Lorenzelli, docente di materie tecniche, che ha coordinato lo sviluppo di un programma grazie al quale l’indirizzo CAT (Costruzioni Ambiente e Territorio) dell’istituto sta dimostrando come la scuola possa essere un laboratorio di innovazione. Grazie all’introduzione dei droni nella didattica, infatti, gli studenti non solo acquisiscono nuove competenze, ma costruiscono un bagaglio formativo che li prepara ad affrontare un mondo in continua evoluzione.

Professoressa Lorenzelli, come è nato il progetto di inserire i droni nelle attività scolastiche?

«L’idea nasce dalla volontà di offrire agli studenti uno strumento tecnologico che sia realmente utile e formativo. Grazie ai fondi del Pnrr, abbiamo potuto acquistare dieci droni e il nostro obiettivo è renderli utilizzabili dai ragazzi per attività pratiche. Non si tratta solo di sperimentazione: vogliamo preparare i nostri studenti al mondo del lavoro affiancando alle conoscenze teoriche abilità pratiche. Un approccio decisamente all’avanguardia, che mira a superare i tradizionali metodi di insegnamento, offrendo agli alunni una didattica basata su strumenti innovativi e applicabili a diversi contesti professionali».

Quali sono le applicazioni pratiche dei droni all’interno del percorso formativo?

«I droni possono essere utilizzati per i rilievi topografici e architettonici. Grazie alla aerofotogrammetria abbinata a software specifici, riusciamo a produrre rilievi che poi possono essere restituiti in modelli digitali tridimensionali. Questo non solo prepara gli studenti a utilizzare tecnologie che ritroveranno nel mondo del lavoro, ma offre loro anche un’opportunità unica: osservare edifici o paesaggi dal cosiddetto “quinto prospetto”, ovvero una prospettiva aerea che altrimenti sarebbe inaccessibile. Questa metodologia permette di unire teoria e pratica, stimolando negli studenti la curiosità e la capacità di applicare ciò che imparano in modo concreto e creativo».

Come si sviluppa il percorso didattico dedicato ai droni?

«Il programma è stato attentamente progettato per combinare lezioni teoriche e attività pratico-dimostrative con il fine di ottenere l’attestato obbligatorio per poter pilotare droni di peso maggiore o uguale a 250 gr. Gli studenti parteciperanno a lezioni teoriche di preparazione all’esame durante le quali affronteranno argomenti riguardanti il funzionamento dei droni, la loro meccanica, il rispetto delle regole di sicurezza aerea, limitazioni aereonautiche…. ed infine la possibile interazione dei droni stessi con altri strumenti di rappresentazione grafica tramite software di rielaborazione in formati grafici bi-tridimensionali. Al termine della parte teorica, per poter ottenere l’attestato di pilota UAS categoria Open sottocategoria A1-A3, ogni studente dovrà effettuare un test online di 40 domande a risposta multipla predisposto dall’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile). Il test può essere svolto dagli studenti per tre volte e non è previsto un esame pratico ma abbiamo previsto comunque prove pratiche di pilotaggio droni, affinché i nostri studenti possano imparare ed acquisire dimestichezza con le manovre principali di pilotaggio e comprendere appieno le potenzialità di questi strumenti».

Come si collabora con enti esterni per realizzare questo progetto?

«Abbiamo scelto di collaborare direttamente con l’Enac. Grazie a questo supporto, possiamo garantire un percorso formativo che rispetti tutti gli standard normativi vigenti e che sia riconosciuto a livello nazionale ed europeo. La collaborazione con un ente ufficiale sottolinea l’importanza di fornire agli studenti un’educazione di qualità, che possa tradursi in competenze certificate e spendibili nel mondo del lavoro».

Il progetto è aperto a tutti gli studenti?

«Sì, grazie ai fondi STEM, non ci sono selezioni: il corso è aperto a chiunque voglia partecipare, indipendentemente dal percorso di studi. Questa apertura è fondamentale per avvicinare il maggior numero possibile di ragazzi alle nuove tecnologie».

Quale impatto ha l’utilizzo di droni nelle materie scolastiche?

«L’uso dei droni è applicabile in materie quali progettazione (per rilievi di edifici esistenti) e topografia per il rilievo del territorio». Quali vantaggi offre il patentino ottenuto attraverso il corso? «Il patentino ha una validità di cinque anni. Può essere inserito nel curriculum lavorativo, costituendo un vantaggio concreto per chi cerca un’occupazione in settori come l’ingegneria, l’architettura o l’agricoltura di precisione».

Qual è la visione a lungo termine per questo progetto?

«Questo progetto non è solo un’opportunità didattica, ma una vera e propria finestra sul futuro. Vogliamo che la scuola diventi un ponte tra formazione e lavoro, offrendo agli studenti strumenti concreti per affrontare le sfide tecnologiche di domani e riducendo così il distacco tra scuola e mondo del lavoro».

*Studenti della 4ªC CAT dell’istituto A. Zanelli (ex Ist. per Geometri A. Secchi)

© RIPRODUZIONE RISERVATA