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A Sesso il bar che evoca i tempi del liceo: è l’avventura di quattro under 30

Adem Chetih, Samuele Gasparini e Filippo Borghi*
A Sesso il bar che evoca i tempi del liceo: è l’avventura di quattro under 30

Reggio Emilia, si chiama “Il Liceo”. «Quasi tutto è di riuso, dai tavoli alle decorazioni, scelti con cura per raccontare una storia e trasmettere calore»

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Reggio Emilia «Il nostro bar nasce da un’idea chiara: evocare l’atmosfera scolastica perché quello delle scuole superiori è un periodo che accomuna tutti, indipendentemente dall’età o dalle esperienze personali». A parlare è Matteo Ruozi, uno dei quattro titolari under 30 – insieme a Gabriele Cavanna, Pascal Bonaccio e Antonio Guarna – di “Il Liceo”, inaugurato lo scorso anno a Sesso. Un locale, aperto da colazione al dopo cena, che si candida a diventare un punto di riferimento serale per i giovani della zona tra dj set ed eventi.

Come vi siete distinti dalla concorrenza?

«La differenziazione è stato il nostro punto di partenza. Non volevamo aprire un bar qualsiasi, ma creare un luogo con un’identità forte e riconoscibile. L’arredamento gioca un ruolo fondamentale: quasi tutto è di riuso, dai tavoli alle decorazioni, scelti con cura per raccontare una storia e trasmettere calore. Anche i nostri cocktail sono unici: abbiamo introdotto ingredienti come il kombucha e il kefir, che in Italia sono ancora poco conosciuti. Questo ci permette di offrire esperienze nuove, qualcosa che va oltre il semplice bere un drink. La gente non cerca solo prodotti, ma emozioni, e noi puntiamo a soddisfare questa esigenza».

Quali difficoltà avete incontrato come giovani imprenditori?

«Essere giovani comporta due grandi sfide. La prima è la diffidenza delle persone più grandi, che spesso ti guardano con scetticismo. Aprire un’attività a vent’anni significa essere messi alla prova continuamente, sia dai clienti che dai fornitori. La seconda sfida è l’inesperienza, che può portarti a fare errori. Tuttavia, abbiamo sempre creduto che ogni difficoltà fosse un’opportunità per imparare e crescere. Per noi, dimostrare che i giovani possono avere visione e competenze è diventato un motivo in più per impegnarci e migliorare».

Qual è il messaggio che volete trasmettere con il nome e l’aspetto del vostro bar?

«Il nostro bar nasce da un’idea chiara: evocare l’atmosfera scolastica. Perché quello un periodo che accomuna tutti, indipendentemente dall’età o dalle esperienze personali. La scuola rappresenta un momento di crescita, di scoperte e di relazioni, e abbiamo voluto riproporlo in un contesto nuovo, più conviviale e moderno. Ogni dettaglio del bar richiama questo tema: dai tavoli anni ’70 alle scritte sui muri, fino ai bicchieri che sembrano provette di laboratorio. L’arredamento è quasi interamente realizzato con materiali di riuso, scelti nei mercatini, per dare una seconda vita agli oggetti e per sottolineare il valore della sostenibilità. Vogliamo che chi entra si senta parte di un’esperienza, non solo di un luogo dove consumare».

Che importanza hanno i social media per il vostro lavoro?

«Sono fondamentali, non solo per farsi conoscere ma per raccontare l’anima del nostro progetto. Non li vediamo solo come una vetrina, ma come uno strumento per creare un legame con i clienti. Ogni post è pensato per trasmettere i valori e lo stile del nostro bar. Abbiamo investito tempo ed energia per sviluppare una comunicazione coerente e accattivante. Per esempio, uno dei nostri primi post ha avuto un successo inaspettato, con migliaia di visualizzazioni che hanno attirato l’attenzione sul nostro locale. Questo ci ha spinto a continuare su questa strada, cercando sempre di migliorare».

Quali sono i vostri obiettivi futuri?

«Il nostro obiettivo principale è crescere, ma vogliamo farlo con metodo e coerenza. Stiamo già pensando a nuove realtà che possano ampliare il nostro brand, sempre mantenendo alta la qualità e rispettando i valori che ci hanno guidato fino a qui. Non vogliamo solo espanderci, ma creare luoghi che abbiano un impatto positivo sulla comunità, continuando a innovare e a proporre esperienze uniche».

Quali consigli dareste a chi vuole avviare una propria attività?

«Non abbiate paura di iniziare. Il primo passo è sempre il più difficile, ma è anche quello che apre le porte a tutte le opportunità. Sperimentate, mettetevi in gioco e non temete di sbagliare. Ogni errore è una lezione preziosa. È importante avere una visione chiara di dove si vuole arrivare e lavorare con costanza per realizzarla. Anche la passione è fondamentale: ci saranno momenti difficili, ma se credete nel vostro progetto, troverete sempre la forza per andare avanti».

*Studenti della 4ªC CAT dell’istituto A. Zanelli (ex Ist. per Geometri A. Secchi)

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