“Giovani protagonisti” di solidarietà e altruismo
Il progetto regionale è un’opportunità unica per i ragazzi. Ecco due storie di chi ha partecipato ed è rimasto volontario
Il progetto regionale “Giovani Protagonisti” per tanti ragazzi rappresenta un’opportunità unica per crescere come cittadini responsabili e consapevoli attraverso il volontariato grazie a esperienze che aiutano a organizzare il proprio tempo, sviluppare competenze e vivere situazioni arricchenti che lasciano il segno. Yuri Brini e Nour Mammer, studenti dell’indirizzo tecnico grafico dell’istituto “Silvio d’Arzo” di Sant’Ilario d’Enza, hanno condiviso la propria esperienza.
Quando avete iniziato?
Nour: «Io ho iniziato a luglio 2023 quando frequentavo la prima superiore, prima nella biblioteca di Ciano d’Enza, poi al Parco Lido di San Polo d’Enza».
Yuri: «Io lo scorso giugno nella pubblica assistenza della Croce Bianca di sant’Ilario d’Enza».
Quali attività facevate?
Nour: «Il primo anno alla Piscina Lido di San Polo d’Enza ho lavorato come aiutante del personale del campo estivo, mentre in biblioteca ho affiancato la bibliotecaria nelle sue attività: effettuare prestiti, prenotazioni e proroghe dei libri. Portavo anche il materiale cartaceo relativo agli eventi dal Comune alla biblioteca e viceversa, oltre ad aiutare gli utenti a trovare i libri e riordinarli negli scaffali. Al Lido il lavoro era un po’ più complesso: al mattino presto dovevamo accogliere i bambini e i ragazzi all’interno della struttura dedicata al campo estivo. Quando tutti erano arrivati, ci trasferivamo al campetto del parco del Lido per i giochi e le attività mattutine. Se il tempo lo permetteva, li lasciavamo giocare un po’ in piscina finché non li chiamavamo per il pranzo. Il momento dei pasti non era semplice da gestire, dato che i ragazzi diventavano molto agitati. Nel pomeriggio avevano del tempo libero in cui potevano giocare o fare i compiti. Nonostante la fatica, stare in mezzo ai ragazzi e ai bambini era piacevole: anche se stavi lavorando, sembrava di tornare all’infanzia».
Yuri: «Io in Croce Bianca mi occupavo – e mi occupo, dato che sono ancora volontario – dei servizi ordinari, che consistevano in trasporti giornalieri, accompagnando le persone in pulmino o in ambulanza per sottoporsi a dialisi o visite ospedaliere. Un’altra attività che svolgevo era quella di centralinista, un ruolo fondamentale, che ha a disposizione due telefoni: uno rosso e uno nero».
Qual è la differenza fra i due?
«Quello rosso è riservato alle emergenze: quando arriva una chiamata di emergenza, il centralinista compila un modulo con tutti i dati necessari, come l’orario di uscita e di rientro, e il codice di emergenza. Se squilla il telefono nero, significa invece che un cittadino vuole prenotare un trasporto o chiedere un’informazione. Durante la telefonata, è necessario scrivere in stampatello e raccogliere tutte le informazioni possibili (nome, cognome, indirizzo e altre indicazioni utili) per garantire un servizio efficiente».
Consigliereste ad altri l’esperienza di “Giovani protagonisti”? E, se sì, perché?
Nour: «Sì, la consiglierei perché insegna a organizzare il tempo, permette di sperimentare diverse attività lavorative e contribuisce alla crescita personale e civica».
Yuri: «Anche io la consiglio perché può far scoprire interessi in nuovi ambiti. Inoltre, il volontariato in associazioni come la Croce Bianca permette di imparare tecniche salvavita molto importanti».
Dunque resterete volontari?
Nour: «Sì, non credo proprio che smetterò. Il volontariato mi ha insegnato tante cose e mi fa sentire una cittadina attiva nella società».
Yuri: «Sì perché ho capito che il numero di volontari in queste associazioni sta diminuendo. Più persone partecipano, più chi ha bisogno di aiuto può sentirsi tranquillo».
Cosa vi aveva spinto a iniziare?
Nour: «Ho sempre avuto voglia di fare volontariato e, grazie a mia madre che lavorava con il Comune del nostro paesino, ho avuto l’opportunità di conoscere questa bella iniziativa».
Yuri: «La mia motivazione è nata da un episodio un po’ triste: quando mia nonna si è sentita male, ho capito quanto fosse importante la presenza di persone disposte ad aiutare. Da quel momento ho deciso di dare il mio contributo».
Qual è la lezione più importante che avete imparato nel vostro campo?
Nour: «Che, a volte, è più bello dare che ricevere, soprattutto quando si tratta di aiutare qualcuno o qualcosa, come il luogo in cui vivo».
Yuri: «Ho imparato a gestire le emozioni forti. Per esempio, una volta abbiamo trasportato una paziente che aveva difficoltà a comunicare e io ero nel panico assoluto, ma poi, con il tempo, ho imparato a gestire la situazione e ora se capita di doverla trasportare so come interagire con lei».l
*Studente dell’istituto “Silvio D’Arzo” di Sant’Ilario d’Enza