Breda: «La Reggiana ha la mentalità giusta. Gondo? Può fare la differenza»
Il parere del noto allenatore, esperto del campionato di serie B con 343 partite all’attivo alla guida di Reggina, Vicenza, Ternana, Entella, Perugia, Livorno, Pescara, Ascoli e Salernitana
Reggio Emilia L’allenatore Roberto Breda è un esperto del campionato di serie B con 343 partite all’attivo alla guida di Reggina, Vicenza, Ternana, Entella, Perugia, Livorno, Pescara, Ascoli e Salernitana. Breda ha affrontato una sola volta Dionigi quando Roberto era al Pescara e Davide al Brescia. «Dionigi è un bravo allenatore – spiega – lo scorso anno ha fatto una grande impresa con la Reggiana. Mi piace la sua idea di calcio, la passione che sa trasmettere. Le sue squadre hanno sempre una precisa identità». Si è già fatto un’idea della nuova Reggiana? «La partita con l’Empoli è un test parziale perché giocare con due uomini in più è un grande vantaggio. Ho visto una Reggiana che ha la mentalità giusta per la categoria. È una buona squadra ma devo dire che già lo scorso anno era un gruppo di valore. Quando l’ho affrontata con la Salernitana abbiamo vinto al 94’ su rigore ed è stato un avversario impegnativo da battere». La continuità tecnica è un valore eppure in serie B la metà delle squadre cambiano sempre allenatore. «La continuità aiuta a creare un percorso. I momenti positivi o negativi si alternano nel corso della stagione e nel giro di due o tre punti si passa da un piazzamento nei playout ai playoff e viceversa. In quei momenti conta l’equilibrio della società. In serie B ci sono piazze importanti e storiche che sono sensibili all’emotività del momento». Se l’aspettava un Cedric Gondo su questi livelli di eccellenza? «Gondo l’ho allenato a Terni e Ascoli e lo conosco bene: è un ragazzo sensibile, che ha ancora grandi margini di miglioramento. È un attaccante che può fare la differenza, ma come avuto modo di constatare, ha bisogno di un ambiente che lo protegga e sappia accettare questa sua sensibilità. Ha veramente tutto per fare bene: forza agonistica nei duelli e allo stesso tempo agilità nell’uno contro uno». Un altro granata che ha allenato è Manuel Marras. «È un giocatore tatticamente intelligente, in grado di fare più ruoli in diverse zone del campo». Lei ha avuto anche il merito di far spiccare il volo a Giangiacomo Magnani. «Perugia è stata la sua vetrina per arrivare col Sassuolo in serie A. Inutile dire che Magnani è un lusso per la serie B perché ha fatto una importante e meritata carriera». Ad Ascoli ha allenato Quaranta. «Anche Danilo è un ragazzo molto sensibile e con l’Ascoli non ha avuto l’occasione per imporsi. Lo ritengo perfetto in una difesa a tre perché ha qualità tecniche ed è veloce». Alla ripresa la Reggiana affronterà in trasferta la Juve Stabia. Che gara sarà? «È una Juve Stabia rinnovata nella guida tecnica, nella rosa e nella filosofia di gioco. Abate è al debutto ma è un allenatore bravo e ha idee interessanti. Il ds Lovato ha fatto un buon lavoro. È certamente una Juve Stabia diversa rispetto allo scorso campionato, ma pur sempre di valore». Che campionato si aspetta? «Siamo alle solite, con un torneo che ha valori importanti dove nessuno ti regala niente. Il segreto è saper entrare in fretta nella mentalità della serie B che richieste intensità e predisposizione al sacrificio. Chi riesce a focalizzare in fretta questi due principi avrà una buona partenza». La lotta per la salvezza sarà sempre all’ultimo secondo? «È presto per poter esprimere una valutazione perché dipende molto dalla condizione atletica e dagli avversari che si sono affrontati».
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